martedì 25 novembre 2008
Sandro, una bella vita e...l'altra sinistra
"Che bella vita, Sandro", "Se ne va una persona vera"...così titolavano la scomparsa del giornalista Curzi le maggiori testate giornalistiche a sottolineare la personalità di un Uomo che ha dato tanto all'Italia. Un fiume di gente comune e rappresentati dela politica, amici e parenti hanno affollato la Protocamera del Campidoglio per dare l'ultimo saluto a Sandro. Una penna d'oro e un'intelligenza acuta e spigliata lo hanno accompagnato nella lotta ai suoi ideali e alle proprie ideologie. A tredici anni entra in contatto con gruppi della Resistenza antifascista capeggiati da Alfredo Reichlin insieme a Citto Maselli, i fratelli Aggeo e Arminio Ravioli. Il suo primo articolo è sull'"Unità clandestina" per raccontare l’assassinio di uno studente da parte di fascisti repubblichini, da lì la sua lunga carriera fino a giungere nel 1975 alla Rai attraverso un concorso per giornalisti di 'fama'. Il giornalismo e la politica le sue passioni che come pochi è riuscito a far combaciare in tutte le sue forme, evitando esaltazioni o pubblicità alla sua persona. Sandro, così lo ricordano tutti dopo aver letto per anni la sua firma su l'Unità. Rappresentava un'altra sinistra, quella combattuta e vissuta fino all'ultimo senza ripensamenti e che per il momento resta senza testimone passato. Si perchè Sandro era ineguagliabile. Sceso in piazza una settimana prima nonostante la malattia era felice, felice per quella vita tanto amata e consapevole che prima o poi avrebbe smesso di scrivere continuava a sorridere attaccato come non mai alla sua pipa. Ed è cosi che lo ricorderemo.Ciao Sandro!
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